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venerdì 27 novembre 2015

Difficoltà nell'uso della mano dopo ictus. Domanda di un paziente.

Buonasera Dottore,
mi chiamo I. e nel luglio 2014 ho avuto un ictus con lesione temporo-parietale sinistra, che mi ha comportato problemi alla parte destra del corpo e difficoltà nel parlare. Pian piano ho recuperato abbastanza bene l'uso della gamba e del braccio ma mi è rimasto un problema alla mano che non riesco ad usare bene.
Quando provo a prendere qualcosa, quando tocco qualcosa, si piegano il pollice e l'indice in particolare e la mano di indurisce. E' come se non riuscissi a sentire quello che tocco. Pensa che sia possibile migliorare un po' l'uso della mano?
 
La mano è "l'organo" che ci permette di interagire col mondo e di conoscerlo attraverso le relazioni con esso e quindi di prendere e manipolare gli oggetti.
La conoscenza (e quindi l'organizzazione del movimento) nella relazione mano/oggetto è possibile attraverso la costruzione di informazioni di contatto (tatto/attrito/peso/pressione) e spaziali (direzione/distanza).

venerdì 30 ottobre 2015

Convegno Internazionale 2015

Nei giorni 12-13-14 Novembre 2015, come ogni anno, si svolgerà in convegno Internazionale di Riabilitazione Neurocognitiva.
Per tutte le informazioni di adesione e per il programma, consultate il sito: www.riabilitazioneneurocognitiva.it

giovedì 25 giugno 2015

L'ictus. Domanda di un paziente con emiplegia sinistra sull'irrigidimento dell'arto superiore.

Buonasera,
mi chiamo M., ho 45 anni e 5 mesi fa sono stato colpito da ictus a seguito di una emorragia cerebrale all'emisfero destro. Ho iniziato subito a fare fisioterapia e oggi riesco a fare anche diversi passi con il quadripode. 
Rimane il problema al braccio che non riesco a muovere ancora bene e che tende ad irrigidirsi. Durante la fisioterapia, quando sto sul lettino, pian piano ho imparato a rilassarlo, ma appena mi metto in piedi torna a piegarsi e irrigidirsi al gomito a alla mano. Come mai succede questo?


Salve M.,
il fatto di riuscire a modificare l'aumento del tono, quantomeno da supino, è già un elemento importante ai fini delle previsioni del recupero, perchè sicuramente implica il fatto che riesce a prestarvi attenzione, quindi a percepirlo e magari tramite il confronto con l'arto sano ad elaborare una rappresentazione adeguata per poterlo "rilassare".
Tenga presente che la posizione supina è quella meno complessa per il sistema (se consideriamo l'uomo come sistema funzionale) e quindi non deve stare attento a come organizzare il corpo e lo spazio per mantenere la posizione seduta, la stazione eretta o tanto più a come dover camminare.

venerdì 13 febbraio 2015

Di cosa mi occupo nello specifico? Semplici concetti per introdurre la Riabilitazione Neurocognitiva

Capita che alcuni pazienti, loro parenti, studenti unniversitari, mi chiedono: di cosa tratta la Riabilitazione Neurocognitiva? E' un tipo di riabilitazione particolare? Su cosa si basa? Su quali patologie può intervenire?
Ho provato a esporre alcuni concetti molto semplici per provare a rispondere in maniera chiara ai quesiti posti.
Ogni giorno la nostra vita è corredata da innumerevoli azioni, alcune più comuni, altre meno, per le quali muoviamo le diverse parti del nostro corpo, come camminare, scrivere, mangiare… Tranne che per attività particolari, ciò avviene senza la necessità di prestare attenzione, ad esempio, a ciò che percepiamo durante lo spostamento di una gamba o nel contatto della mano con un oggetto, ed è reso possibile grazie al nostro cervello che, in maniera non cosciente, integra le diverse informazioni provenienti dal corpo e dall’ambiente che ci circonda.

mercoledì 26 novembre 2014

Riabilitazione Neurocognitiva e lesione del legamento crociato anteriore. Domanda di un paziente.

Buongiorno,

2 anni fa ho subito un intervento di ricostruzione del crociato anteriore, successivamente al quale ho fatto molta fisioterapia per rimettermi in sesto. Ho cercato soprattutto di rinforzare la muscolatura con esercizi ed elettrostimolazione e ho fatto molto le pedane per l'equilibrio. 

Da qualche mese ho iniziato a sentire di nuovo una certa instabilità nel ginocchio. Lei pensa che un trattamento neurocognitivo possa essere indicato nel mio problema?

Salve,
forse spesso viene trascurato come anche le strutture legamentose siano ricche di recettori e quindi, nel suo caso specifico il legamento crociato anteriore, risulta essere a tutti gli effetti un organo di senso

mercoledì 19 novembre 2014

Integrazione multisensoriale e patologia. Riflessioni.

Durante il Convegno Internazionale annuale di Riabilitazione Neurocognitiva è stata messa in luce l'importanza della integrazione multisensoriale, ovvero di quella che è una delle modalità attraverso la quale percepiamo e quindi conosciamo il mondo.
Per conoscere il nostro corpo, lo spazio e quindi la relazione del corpo col mondo, il nostro Sistema Nervoso ricorre ad integrare diverse informazioni (la vista, l'udito, la somestesi, il vestibolo...)derivanti dai nostri diversi organi di senso tenendo conto di criteri ben precisi. Raggiungere e manipolare un oggetto, localizzare il nostro telefono che squilla, capire il gusto di un cibo, sono solo alcune delle nostre esperienze multisensoriali. Il nostro movimento è legato alla integrazione (e non alla somma!) di più informazioni.
L'ipotesi avanzata è stata che alla base della patologia e quindi di fenomeni come il dolore, il cosiddetto "ipertono", l'alterata organizzazione spaziale e temporale del gesto, possa esserci una incapacità di integrare diverse informazioni per l'organizzazione dell'azione.

Questo rende necessario pensare ad esercizi che tengano sempre più conto della multisensorialità dell'azione, dell'intenzione e dell'aspetto emozionale. Ecco così che ancora una volta ci troviamo a sottolineare l'importanza della unità mente-corpo e di come solo utilizzando i nostri processi cognitivi sia possibile modificare il corpo, il movimento e di come attraverso il movimento e l'interazione corpo/mondo, sia possibile conoscere e quindi attivare la nostra "mente".
Per approfondimenti consiglio la lettura dei testi:

- Bruno N., Pavani F., Zampini M. (2010) La percezione multisensoriale. Il Mulino Itinerari
- Micah M. Murray, Mark T. Wallace (2012) The Neural Bases of Multisensory Processes (Frontiers in Neuroscience)


lunedì 13 ottobre 2014

L'ictus: domanda di un paziente con emiplegia destra.

Buonasera,
da un anno e mezzo ho avuto un ictus che mi ha compromesso il lato destro del corpo.
Ho fatto fisioterapia durante la quale mi muovevano passivamente il braccio e la gamba e mi facevano fare esercizi per riattivare i muscoli. Nonostante abbia ripreso a camminare con una stampella, anche se in maniera disordinata e poco sicura, ho ancora difficoltà a usare il braccio. Essendo un insegnante di pianoforte, noto questa difficoltà soprattutto quando provo a portare la mano sui tasti. Oppure quando provo a spegnere l'interruttore della luce o a prendere un bicchiere quando mangio, mi sembra a un certo punto di avere come un blocco al gomito che non mi fa allungare il braccio e sforzo la spalla. A cosa può essere dovuta questa difficoltà? Eppure ho fatto tanta fisioterapia!

sabato 11 ottobre 2014

Convegno Internazionale di Riabilitazione Neurocognitiva

Da giovedì 13 a sabato 15 Novembre si terrà a Santorso (VI) il Convegno Internazionale di Riabilitazione Neurocognitiva, dal titolo: L'interpretazione multisensoriale nel Confronto tra Azioni: Patologie ed Esercizio.
 


Sul sito http://riabilitazioneneurocognitiva.it/ troverete il programma del Convegno e tutte le informazioni organizzative per partecipare.

sabato 4 ottobre 2014

Domanda di un paziente: ha senso la Riabilitazione Neurocognitiva nella patologia dolorosa del rachide?

Buonasera,
ho 32 anni e da circa 6 anni soffro di lombosciatalgia per la presenza di protrusioni discali a livello D12-L1 e L4-L5. Fino a qualche tempo fa mi veniva il dolore alla parte lombare della schiena ma non era così limitante tanto da dovermi fermare. Bastava fare delle punture di Voltaren e Muscoril e il dolore mi passava piuttosto facilmente. 
Ho fatto recentemente una nuova risonanza dove non sono stati riscontrati peggioramenti significativi, ma da circa un paio di mesi il dolore sembra peggiorato e a volte si espande anche all'attaccatura della coscia. Quando mi prende, sento come una morsa sul fianco e sulla schiena. Mi sento tutta la schiena come un blocco, soprattutto quando cammino. 
Ho seria difficoltà a stare in piedi, mentre seduta va un po' meglio anche se il dolore si sente lo stesso. Addirittura, quando sto seduta mi sembra come di "cadere" sulla parte destra. 
Anche quando non ho dolore, chi mi guarda mentre cammino o quando sto seduta, mi dice che assumo una postura tutta storta. Ultimamente mi sono accorta che i farmaci non riescono a darmi più tanto sollievo come prima.
Pensa che un intervento di Riabilitazione Neurocognitiva possa essere utile al mio caso?

martedì 30 settembre 2014

Il significato dell'Esercizio in Riabilitazione.

Una delle "ansie" del terapista è proprio quella di individuare gli esercizi più idonei per un paziente e molto spesso si incorre nell'errore di mettere in atto interventi stereotipati per qualsiasi tipo di patologia. Questo deriva anche dalla scarsa considerazione del significato e del ruolo dell'Esercizio.
Esso rappresenta l'elemento terminale di una adeguata pianificazione del trattamento, figlia di una Teoria Riabilitativa di riferimento attraverso la quale interpretare la patologia ed individuare quegli  Strumenti dell'Esercizio che permettano al malato di modificarsi.
L'Esercizio non è la mera ripetizione di movimenti stereotipati, non è il fine dell'intervento riabilitativo, non è espressione di un protocollo riabilitativo uguale per tutte le tipologie di malati.
Deve rappresentare un Problema Conoscitivo per il paziente, ovvero una richiesta (cognitivo/motoria) alla quale al momento non sa "rispondere", ma esaudibile attraverso il frazionamento del corpo. E' proprio di fronte alla novità che il paziente è costretto a riorganizzarsi e quindi ad utilizzare nuove strategie che gli consentono di apprendere.
E' questo il motivo per il quale chi ha visto (o vissuto) una seduta di Riabilitazione Neurocognitiva ha potuto osservare richieste di "riconoscimento" di superfici, pressioni, attriti, spostamenti, relazioni fra parti del corpo ecc...

martedì 1 luglio 2014

Fino a quando è possibile il recupero dopo una lesione cerebrale?

Uno fra gli interrogativi più frequenti nell'ambito riabilitativo è quello relativo alla durata del recupero e della riabilitazione in seguito ad un danno cerebrale.
Un episodio vascolare, traumatico o di natura compressiva (pensiamo alle neoplasie) può determinare la morte di alcune cellule del tessuto nervoso, riducendone e/o alterandone l'attività nel suo complesso.
Questo potrà comportare una alterazione nel modo di attivare i processi cognitivi e quindi del comportamento (motorio e non).
 
In letteratura sono diverse le argomentazioni in merito ai tempi di recupero.
Ci sono autori che ritengono che il movimento non si manifesti prima dei sei mesi dall'evento lesivo, mentre altri sostengono invece che dopo un anno dalla lesione si sia ottenuto il massimo del recupero e quindi il trattamento riabilitativo diventi più una attività attraverso la quale mantenere quanto acquisito sino ad allora.

martedì 3 giugno 2014

Open Day Riabilitativo. Una giornata di laboratori esperienziali gratuiti, per approcciare alla Riabilitazione Neurocognitiva.

L’Associazione Culturale Progetto Riabilitazione all’interno dei suoi percorsi formativi propone l’Open Day Riabilitativo, una giornata caratterizzata da esperienze riabilitative interattive aperte agli studenti e ai terapisti, all’interno della quale verranno presentate delle tracce su cosa è e come può essere utilizzata la visione neurocognitiva della Riabilitazione.

L’Open Day avrà una durata di 3 ore e sarà suddiviso in un laboratorio esperienziale con un paziente e in momenti di esperienze di esercizio fra i partecipanti, cercando di correlare i riferimenti teorici con la pratica.

La finalità degli incontri è presentare la riabilitazione come un momento di ricerca e studio per sviluppare e promuovere un atteggiamento critico/costruttivo rispetto le attuali conoscenze del settore.

martedì 13 maggio 2014

Interpretazione del dolore e scelte riabilitative in un caso di dolore neuropatico cronico. (tratto dall'intervento al Convegno Internazionale IL NODO SOTTO LA PELLE: DOLORE E RIABILITAZIONE NEUROCOGNITIVA. 08-10 Novembre 2007)


All’interno del percorso di studi inerente il dolore come problema riabilitativo, risulta sempre più necessario analizzare il modo in cui il riabilitatore interpreta il dolore del paziente, arriva ad individuare e raccogliere i dati riabilitativi più significativi, a formulare ipotesi, a fare delle scelte, a pianificare il trattamento ed a strutturare gli esercizi più idonei per la soluzione di tale problematica.

Considerando il dolore come conseguenza di una discoerenza informativa, guidare il paziente a ricreare quella coerenza persa allora, dovrebbe permettere la risoluzione della situazione dolorosa. Ma in che modo il riabilitatore può far in modo che ciò avvenga?

In questo lavoro verrà preso in esame la problematica dolorosa di una paziente, F.M. di 63 anni, con diagnosi di paraparesi da esito di ischemia midollare avvenuta nel 1990. L’intento non è quello di presentare in maniera completa il percorso riabilitativo, ma di porre l’attenzione sul modo in cui il riabilitatore ha interpretato il dolore di cui parlava la paziente e quindi sulle scelte ritenute appropriate per la strutturazione dell’esercizio.

F.M. oltre a riferire della presenza di un disturbo motorio prevalente all’arto inferiore destro e della difficoltà a deambulare anche per brevi tratti, parla di un dolore forte e presente in maniera costante che interessa il bacino e gli arti inferiori, non risolto mediante i precedenti trattamenti riabilitativi eseguiti, né con l’impianto di elettrodi spinali successivamente rimossi, né con il trattamento farmacologico.

mercoledì 5 marzo 2014

L'ictus. Domanda di un paziente sull'utilizzo di un ausilio per la deambulazione.

Salve,
sono stata colpita da un ictus  7 mesi fa e dopo diversi cicli di riabilitazione ho iniziato a camminare con un bastone canadese. Questo mi fa sentire più sicura quando mi muovo. Ma sarà sempre così o potrò ricominciare a camminare come prima?
La ringrazio.
F.

Le alterazioni nella capacità di organizzare il movimento conseguentemente ad un ictus possono comportare un disturbo nella deambulazione. È proprio per tale motivo che, compatibilmente all’evoluzione del recupero, viene indicato al paziente l’utilizzo di un ausilio (quadripode, tripode, bastone canadese)  per poter camminare.

venerdì 27 dicembre 2013

Riflessioni su alcuni concetti in merito all'Immagine. Immagine Motoria o Immagine dell'Azione?

Il concetto di Immagine è ormai studiato da diversi anni in ambito neurofisiologico.
Sono numerosi gli studi che da più di venti anni hanno cercato i correlati tra attivazione cerebrale durante un movimento e l'immaginazione dello stesso. Addirittura è stata riscontrata una diversa attivazione cerebrale in funzione della modalità dell'Immagine elaborata.
Fra i primi studi sull'Immagine, infatti, annoveriamo quelli sulla Visual Imagery (Immagine Visiva) mediante i quali è stato possibile evidenziare come nell'atto di osservare e nell'immaginare di osservare, si verifichi una attivazione analoga di quelle aree cerebrali deputate alla elaborazione dell'informazione visiva.

Altrettanto importanti, nonché più pertinenti all'attività riabilitativa, sono stati quegli studi che hanno messo in evidenza una corrispondenza di attivazione di aree senso-motorie (variabile in base alla metodologia di indagine strumentale) durante l'esecuzione di un movimento e l'immaginazione dello stesso. Questo tipo di Immagine è stata definita Motor Imagery (Immagine Motoria, appunto).

giovedì 5 dicembre 2013

OPEN DAY RIABILITATIVO

L’Associazione Culturale Progetto Riabilitazione all’interno dei suoi percorsi formativi propone l’Open Day Riabilitativo, una giornata caratterizzata da esperienze riabilitative interattive aperte agli studenti e ai terapisti, all’interno della quale verranno presentate delle tracce su cosa è e come può essere utilizzata la visione neurocognitiva della Riabilitazione.

L’Open Day avrà una durata di 3 ore e sarà suddiviso in un laboratorio esperienziale con un paziente e in momenti di esperienze di esercizio fra i partecipanti, cercando di correlare i riferimenti teorici con la pratica.

La finalità degli incontri è presentare la riabilitazione come un momento di ricerca e studio per sviluppare e promuovere un atteggiamento critico/costruttivo rispetto le attuali conoscenze del settore.


 



 
La partecipazione agli incontri è gratuita.
 
E'richiesta solamente la comunicazine tempestiva ai seguenti recapiti:

sabato 9 novembre 2013

Spunti di riflessione per il lettore dal libro "Autopoiesi e Cognizione - La realizzazione del vivente"

Stavo studiando il libro "Autopoiesi e Cognizione - La realizzazione del vivente" (Marsilio ed. 1985) di H.R. Maturana e F. Varela, due autori fondamentali della Teoria Sistemica e mi premeva mettere in evidenza un passo che secondo me ha spunti significativi in ambito riabilitativo:

[...] "Il comportamento (funzione) dipende dalla organizzazione anatomica (struttura) del sistema vivente, quindi anatomia e condotta non possono legittimamente essere separate e l'evoluzione del comportamento è l'evoluzione dell'anatomia e viceversa: l'anatomia fornisce la base per il comportamento e quindi per la sua variabilità; il comportamento fornisce il terreno per l'azione della selezione naturale e quindi per le trasformazioni anatomiche storiche dell'organismo." [...]

venerdì 20 settembre 2013

L'ictus. Domanda relativa ad un paziente con emiplegia sinistra.

Buonasera,
mio marito è stato colpito da un ictus ed ha riportato una paralisi di tutto il lato sinistro del corpo. Adesso si sta riprendendo, il braccio ancora non lo muove bene, ma riesce a camminare. Mentre cammina ho notato che gli si irrigidiscono gamba e braccio. Come mai? Inoltre sente dolore alla gamba e al braccio di sinistra. E' legato anche questo all'ictus? 

Salve,
quel fenomeno di “irrigidimento” di cui lei parla è un “comportamento” non volontario, definito irradiazione, manifestazione di una alterata riorganizzazione del movimento da parte del cervello in seguito ad un danno subito. Per fare riferimento alla terminologia medica, è uno degli aspetti di quello che il neurologo definisce come ipertono.

sabato 4 febbraio 2012

Corso: Introduzione all'Esercizio Terapeutico Conoscitivo


L'Associazione Culturale Progetto Riabilitazione presenta per i propri Soci un corso informativo di tre giorni per far conoscere a quanti si vogliano avvicinare alla Riabilitazione Neurocognitiva il modello teorico sul quale si appoggia il nostro lavoro.

Verrà presentato infatti l'Esercizio Terapeutico Conoscitivo per far in modo che terapisti, studenti, insegnanti o genitori/parenti di pazienti possano comprendere di cosa si tratti, e perchè sia necessario operare talune scelte riabilitative piuttosto che altre alla luce del modello teorico di riferimento. 

In questi tre giorni verrà presentato l'approccio Neurocognitivo alla riabilitazione, il modo di osservare il paziente in ottica sistemica nel rispetto della soggettività, e la necessità di cercare di comprendere la "persona" più che la patologia al fine di ottenere un recupero qualitativo. 

Il corso ha lo scopo di permettere a quanti si vogliano avvicinare a questo tipo di approccio, di "dare un'occhiata" nella complessità dell'Uomo con un primo approccio aperto a tutti. 
I terapisti potranno approcciarsi al mondo della Riabilitazione Neurocognitiva, gli studenti potranno orientarsi sulle future scelte professionali, i parenti o i genitori dei bambini potranno effettuare una scelta consapevole per quanto riguarda il percorso riabilitativo.
Sarà aperto anche uno spazio alle domande dei partecipanti.

sabato 12 novembre 2011

L’ Esercizio Terapeutico Conoscitivo


È un approccio riabilitativo che si basa sulla Teoria Neurocognitiva della riabilitazione.
In gergo comune è conosciuto anche come metodo Perfetti ed è un approccio riabilitativo che muove i primi passi dallo studio per il recupero del paziente neuroleso ma che, alla luce dei suoi principi teorici di base, non esclude un intervento anche sul paziente con lesioni di tipo ortopedico.

L’ETC non è una metodica, ma un approccio riabilitativo che mira agli aspetti qualitativi del recupero oltrechè a quelli quantitativi
L'ETC, rifacendosi al concetto di "scienza romantica" di cui parlava il neurofisiologo russo A.R. Lurija,  tenta di osservare, analizzare e studiare il paziente andando al di là della sua visione più “classica” di un semplice caso clinico, cercando di considerarlo nella sua soggettività, in contrapposizione a quella fredda, arida osservazione ed identificazione di un individuo con la sua patologia.
Il paziente quindi, è visto come un soggetto afflitto da una malattia, con una sua storia personale ed una esperienza soggettiva.