venerdì 20 settembre 2013

L'ictus. Domanda relativa ad un paziente con emiplegia sinistra.

Buonasera,
mio marito è stato colpito da un ictus ed ha riportato una paralisi di tutto il lato sinistro del corpo. Adesso si sta riprendendo, il braccio ancora non lo muove bene, ma riesce a camminare. Mentre cammina ho notato che gli si irrigidiscono gamba e braccio. Come mai? Inoltre sente dolore alla gamba e al braccio di sinistra. E' legato anche questo all'ictus? 

Salve,
quel fenomeno di “irrigidimento” di cui lei parla è un “comportamento” non volontario, definito irradiazione, manifestazione di una alterata riorganizzazione del movimento da parte del cervello in seguito ad un danno subito. Per fare riferimento alla terminologia medica, è uno degli aspetti di quello che il neurologo definisce come ipertono.
 
Muoversi non vuol dire solo contrarre i muscoli, ma emerge dalla necessità del nostro corpo di percepire e dall’organizzazione dei processi cognitivi (l’attenzione, la memoria, il linguaggio, la capacità di rappresentarsi il proprio corpo, la consapevolezza di sé). Un ictus può comportare l’alterazione di queste capacità, dal recupero delle quali non può prescindere una Riabilitazione che debba guidare il paziente verso il recupero di un movimento corretto.

Nel caso specifico di suo marito, avendo una lesione all'emisfero di destra e quindi una emiplegia sinistra, è possibile che l’irradiazione emerga da una alterata consapevolezza della condizione patologica e/o da un deficit attentivo e/o da una alterata capacità di rappresentarsi il corpo.
E' abbastanza intuibile come una mancata consapevolezza della propria patologia, nonchè una incapacità nel percepire correttamente il proprio corpo, siano "ostacoli" per la possibilità di modificare un proprio comportamento (motorio). La stessa cosa vale per la capacità di fare attenzione a come si modifica il proprio corpo ed in quali contesti.
In quanto alla rappresentazione del corpo e del movimento, ogni nostro gesto è comunque preceduto da una rappresentazione/anticipazione dello stesso da parte del Sistema Nervoso. La conseguenza di un danno a quest'ultimo, comportando un deficit del movimento (e non solo, come si evince da quanto detto sinora), comporta un'altrettanta incapacità di rappresentarselo. Ecco allora che un paziente, nel momento in cui deve riorganizzare il "motorio", utilizza già in partenza una rappresentazione del corpo alterata.
 
Per quanto riguarda il dolore, è un fenomeno spesso presente nell’emiplegico sinistro ed è espressione della alterata capacità del corpo di percepire correttamente. Ci stiamo riferendo ad un dolore che definiamo neuropatico, dovuto ad una perdita della coerenza fra diverse modalità informative in seguito ad un danno al Sistema Nervoso Centrale. 
 
 Sarebbe necessario che suo marito, innanzitutto, imparasse a controllare autonomamente l’irradiazione prima di poter camminare, in maniera da evitare che questo fenomeno si strutturi per poi ritrovarsi così con gamba e braccio rigidi ogni qualvolta deambula. Prestare attenzione a come si esegue un movimento, piuttosto che rappresentarsi mentalmente un gesto prima di eseguirlo dandosi le corrette istruzioni, potrebbero essere elementi che consentono di migliorare e controllare “l’irrigidimento”.

Riapprendere a percepire correttamente il proprio corpo, ricreando una “coerenza” fra i diversi tipi di sensibilità, può aiutare a superare il dolore.

Sarà necessario apprendere tali capacità mediante un trattamento riabilitativo adeguato che ritenga che il recupero, un processo di apprendimento in condizioni di patologia, sia determinato dalla attivazione dei processi cognitivi e non miri al solo recupero della forza muscolare.

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