Una delle "ansie" del terapista è proprio quella di individuare gli esercizi più idonei per un paziente e molto spesso si incorre nell'errore di mettere in atto interventi stereotipati per qualsiasi tipo di patologia. Questo deriva anche dalla scarsa considerazione del significato e del ruolo dell'Esercizio.
Esso rappresenta l'elemento terminale di una adeguata pianificazione del trattamento, figlia di una Teoria Riabilitativa di riferimento attraverso la quale interpretare la patologia ed individuare quegli Strumenti dell'Esercizio che permettano al malato di modificarsi.
L'Esercizio non è la mera ripetizione di movimenti stereotipati, non è il fine dell'intervento riabilitativo, non è espressione di un protocollo riabilitativo uguale per tutte le tipologie di malati.
L'Esercizio non è la mera ripetizione di movimenti stereotipati, non è il fine dell'intervento riabilitativo, non è espressione di un protocollo riabilitativo uguale per tutte le tipologie di malati.
Deve rappresentare un Problema Conoscitivo per il paziente, ovvero una richiesta (cognitivo/motoria) alla quale al momento non sa "rispondere", ma esaudibile attraverso il frazionamento del corpo. E' proprio di fronte alla novità che il paziente è costretto a riorganizzarsi e quindi ad utilizzare nuove strategie che gli consentono di apprendere.
E' questo il motivo per il quale chi ha visto (o vissuto) una seduta di Riabilitazione Neurocognitiva ha potuto osservare richieste di "riconoscimento" di superfici, pressioni, attriti, spostamenti, relazioni fra parti del corpo ecc...
E' questo il motivo per il quale chi ha visto (o vissuto) una seduta di Riabilitazione Neurocognitiva ha potuto osservare richieste di "riconoscimento" di superfici, pressioni, attriti, spostamenti, relazioni fra parti del corpo ecc...