mercoledì 26 novembre 2014

Riabilitazione Neurocognitiva e lesione del legamento crociato anteriore. Domanda di un paziente.

Buongiorno,

2 anni fa ho subito un intervento di ricostruzione del crociato anteriore, successivamente al quale ho fatto molta fisioterapia per rimettermi in sesto. Ho cercato soprattutto di rinforzare la muscolatura con esercizi ed elettrostimolazione e ho fatto molto le pedane per l'equilibrio. 

Da qualche mese ho iniziato a sentire di nuovo una certa instabilità nel ginocchio. Lei pensa che un trattamento neurocognitivo possa essere indicato nel mio problema?

Salve,
forse spesso viene trascurato come anche le strutture legamentose siano ricche di recettori e quindi, nel suo caso specifico il legamento crociato anteriore, risulta essere a tutti gli effetti un organo di senso

mercoledì 19 novembre 2014

Integrazione multisensoriale e patologia. Riflessioni.

Durante il Convegno Internazionale annuale di Riabilitazione Neurocognitiva è stata messa in luce l'importanza della integrazione multisensoriale, ovvero di quella che è una delle modalità attraverso la quale percepiamo e quindi conosciamo il mondo.
Per conoscere il nostro corpo, lo spazio e quindi la relazione del corpo col mondo, il nostro Sistema Nervoso ricorre ad integrare diverse informazioni (la vista, l'udito, la somestesi, il vestibolo...)derivanti dai nostri diversi organi di senso tenendo conto di criteri ben precisi. Raggiungere e manipolare un oggetto, localizzare il nostro telefono che squilla, capire il gusto di un cibo, sono solo alcune delle nostre esperienze multisensoriali. Il nostro movimento è legato alla integrazione (e non alla somma!) di più informazioni.
L'ipotesi avanzata è stata che alla base della patologia e quindi di fenomeni come il dolore, il cosiddetto "ipertono", l'alterata organizzazione spaziale e temporale del gesto, possa esserci una incapacità di integrare diverse informazioni per l'organizzazione dell'azione.

Questo rende necessario pensare ad esercizi che tengano sempre più conto della multisensorialità dell'azione, dell'intenzione e dell'aspetto emozionale. Ecco così che ancora una volta ci troviamo a sottolineare l'importanza della unità mente-corpo e di come solo utilizzando i nostri processi cognitivi sia possibile modificare il corpo, il movimento e di come attraverso il movimento e l'interazione corpo/mondo, sia possibile conoscere e quindi attivare la nostra "mente".
Per approfondimenti consiglio la lettura dei testi:

- Bruno N., Pavani F., Zampini M. (2010) La percezione multisensoriale. Il Mulino Itinerari
- Micah M. Murray, Mark T. Wallace (2012) The Neural Bases of Multisensory Processes (Frontiers in Neuroscience)


lunedì 13 ottobre 2014

L'ictus: domanda di un paziente con emiplegia destra.

Buonasera,
da un anno e mezzo ho avuto un ictus che mi ha compromesso il lato destro del corpo.
Ho fatto fisioterapia durante la quale mi muovevano passivamente il braccio e la gamba e mi facevano fare esercizi per riattivare i muscoli. Nonostante abbia ripreso a camminare con una stampella, anche se in maniera disordinata e poco sicura, ho ancora difficoltà a usare il braccio. Essendo un insegnante di pianoforte, noto questa difficoltà soprattutto quando provo a portare la mano sui tasti. Oppure quando provo a spegnere l'interruttore della luce o a prendere un bicchiere quando mangio, mi sembra a un certo punto di avere come un blocco al gomito che non mi fa allungare il braccio e sforzo la spalla. A cosa può essere dovuta questa difficoltà? Eppure ho fatto tanta fisioterapia!

sabato 11 ottobre 2014

Convegno Internazionale di Riabilitazione Neurocognitiva

Da giovedì 13 a sabato 15 Novembre si terrà a Santorso (VI) il Convegno Internazionale di Riabilitazione Neurocognitiva, dal titolo: L'interpretazione multisensoriale nel Confronto tra Azioni: Patologie ed Esercizio.
 


Sul sito http://riabilitazioneneurocognitiva.it/ troverete il programma del Convegno e tutte le informazioni organizzative per partecipare.

sabato 4 ottobre 2014

Domanda di un paziente: ha senso la Riabilitazione Neurocognitiva nella patologia dolorosa del rachide?

Buonasera,
ho 32 anni e da circa 6 anni soffro di lombosciatalgia per la presenza di protrusioni discali a livello D12-L1 e L4-L5. Fino a qualche tempo fa mi veniva il dolore alla parte lombare della schiena ma non era così limitante tanto da dovermi fermare. Bastava fare delle punture di Voltaren e Muscoril e il dolore mi passava piuttosto facilmente. 
Ho fatto recentemente una nuova risonanza dove non sono stati riscontrati peggioramenti significativi, ma da circa un paio di mesi il dolore sembra peggiorato e a volte si espande anche all'attaccatura della coscia. Quando mi prende, sento come una morsa sul fianco e sulla schiena. Mi sento tutta la schiena come un blocco, soprattutto quando cammino. 
Ho seria difficoltà a stare in piedi, mentre seduta va un po' meglio anche se il dolore si sente lo stesso. Addirittura, quando sto seduta mi sembra come di "cadere" sulla parte destra. 
Anche quando non ho dolore, chi mi guarda mentre cammino o quando sto seduta, mi dice che assumo una postura tutta storta. Ultimamente mi sono accorta che i farmaci non riescono a darmi più tanto sollievo come prima.
Pensa che un intervento di Riabilitazione Neurocognitiva possa essere utile al mio caso?

martedì 30 settembre 2014

Il significato dell'Esercizio in Riabilitazione.

Una delle "ansie" del terapista è proprio quella di individuare gli esercizi più idonei per un paziente e molto spesso si incorre nell'errore di mettere in atto interventi stereotipati per qualsiasi tipo di patologia. Questo deriva anche dalla scarsa considerazione del significato e del ruolo dell'Esercizio.
Esso rappresenta l'elemento terminale di una adeguata pianificazione del trattamento, figlia di una Teoria Riabilitativa di riferimento attraverso la quale interpretare la patologia ed individuare quegli  Strumenti dell'Esercizio che permettano al malato di modificarsi.
L'Esercizio non è la mera ripetizione di movimenti stereotipati, non è il fine dell'intervento riabilitativo, non è espressione di un protocollo riabilitativo uguale per tutte le tipologie di malati.
Deve rappresentare un Problema Conoscitivo per il paziente, ovvero una richiesta (cognitivo/motoria) alla quale al momento non sa "rispondere", ma esaudibile attraverso il frazionamento del corpo. E' proprio di fronte alla novità che il paziente è costretto a riorganizzarsi e quindi ad utilizzare nuove strategie che gli consentono di apprendere.
E' questo il motivo per il quale chi ha visto (o vissuto) una seduta di Riabilitazione Neurocognitiva ha potuto osservare richieste di "riconoscimento" di superfici, pressioni, attriti, spostamenti, relazioni fra parti del corpo ecc...

sabato 6 settembre 2014

Gruppo di lettura su A.R. Lurija presso l'Associazione Culturale Progetto Riabilitazione

Dal 24 settembre, con diversi appuntamenti, inizierà un gruppo di lettura del libro Una memoria prodigiosa. Viaggio tra i misteri del cervello umano di A.R. Lurija.

L'Associazione Culturale Progetto Riabilitazione, da anni promuove a Roma attività formative e momenti di confronto e studio inerenti la Riabilitazione Neurocognitiva.
Attraverso questo gruppo di lettura, si vuole creare uno spazio finalizzato allo scambio di idee e riflessioni riabilitative sui temi che emergeranno dalla lettura del testo.

Per il calendario completo delle date: www.progettoriabilitazione.it (> gruppo di lettura)

Per info contattare Roberta Montecolle:

- rmontecolle@gmail.com 
- 347.0385170




martedì 1 luglio 2014

Fino a quando è possibile il recupero dopo una lesione cerebrale?

Uno fra gli interrogativi più frequenti nell'ambito riabilitativo è quello relativo alla durata del recupero e della riabilitazione in seguito ad un danno cerebrale.
Un episodio vascolare, traumatico o di natura compressiva (pensiamo alle neoplasie) può determinare la morte di alcune cellule del tessuto nervoso, riducendone e/o alterandone l'attività nel suo complesso.
Questo potrà comportare una alterazione nel modo di attivare i processi cognitivi e quindi del comportamento (motorio e non).
 
In letteratura sono diverse le argomentazioni in merito ai tempi di recupero.
Ci sono autori che ritengono che il movimento non si manifesti prima dei sei mesi dall'evento lesivo, mentre altri sostengono invece che dopo un anno dalla lesione si sia ottenuto il massimo del recupero e quindi il trattamento riabilitativo diventi più una attività attraverso la quale mantenere quanto acquisito sino ad allora.

martedì 3 giugno 2014

Open Day Riabilitativo. Una giornata di laboratori esperienziali gratuiti, per approcciare alla Riabilitazione Neurocognitiva.

L’Associazione Culturale Progetto Riabilitazione all’interno dei suoi percorsi formativi propone l’Open Day Riabilitativo, una giornata caratterizzata da esperienze riabilitative interattive aperte agli studenti e ai terapisti, all’interno della quale verranno presentate delle tracce su cosa è e come può essere utilizzata la visione neurocognitiva della Riabilitazione.

L’Open Day avrà una durata di 3 ore e sarà suddiviso in un laboratorio esperienziale con un paziente e in momenti di esperienze di esercizio fra i partecipanti, cercando di correlare i riferimenti teorici con la pratica.

La finalità degli incontri è presentare la riabilitazione come un momento di ricerca e studio per sviluppare e promuovere un atteggiamento critico/costruttivo rispetto le attuali conoscenze del settore.

martedì 13 maggio 2014

Interpretazione del dolore e scelte riabilitative in un caso di dolore neuropatico cronico. (tratto dall'intervento al Convegno Internazionale IL NODO SOTTO LA PELLE: DOLORE E RIABILITAZIONE NEUROCOGNITIVA. 08-10 Novembre 2007)


All’interno del percorso di studi inerente il dolore come problema riabilitativo, risulta sempre più necessario analizzare il modo in cui il riabilitatore interpreta il dolore del paziente, arriva ad individuare e raccogliere i dati riabilitativi più significativi, a formulare ipotesi, a fare delle scelte, a pianificare il trattamento ed a strutturare gli esercizi più idonei per la soluzione di tale problematica.

Considerando il dolore come conseguenza di una discoerenza informativa, guidare il paziente a ricreare quella coerenza persa allora, dovrebbe permettere la risoluzione della situazione dolorosa. Ma in che modo il riabilitatore può far in modo che ciò avvenga?

In questo lavoro verrà preso in esame la problematica dolorosa di una paziente, F.M. di 63 anni, con diagnosi di paraparesi da esito di ischemia midollare avvenuta nel 1990. L’intento non è quello di presentare in maniera completa il percorso riabilitativo, ma di porre l’attenzione sul modo in cui il riabilitatore ha interpretato il dolore di cui parlava la paziente e quindi sulle scelte ritenute appropriate per la strutturazione dell’esercizio.

F.M. oltre a riferire della presenza di un disturbo motorio prevalente all’arto inferiore destro e della difficoltà a deambulare anche per brevi tratti, parla di un dolore forte e presente in maniera costante che interessa il bacino e gli arti inferiori, non risolto mediante i precedenti trattamenti riabilitativi eseguiti, né con l’impianto di elettrodi spinali successivamente rimossi, né con il trattamento farmacologico.

mercoledì 5 marzo 2014

L'ictus. Domanda di un paziente sull'utilizzo di un ausilio per la deambulazione.

Salve,
sono stata colpita da un ictus  7 mesi fa e dopo diversi cicli di riabilitazione ho iniziato a camminare con un bastone canadese. Questo mi fa sentire più sicura quando mi muovo. Ma sarà sempre così o potrò ricominciare a camminare come prima?
La ringrazio.
F.

Le alterazioni nella capacità di organizzare il movimento conseguentemente ad un ictus possono comportare un disturbo nella deambulazione. È proprio per tale motivo che, compatibilmente all’evoluzione del recupero, viene indicato al paziente l’utilizzo di un ausilio (quadripode, tripode, bastone canadese)  per poter camminare.