All’interno
del percorso di studi inerente il dolore come problema riabilitativo, risulta
sempre più necessario analizzare il modo in cui il riabilitatore interpreta il
dolore del paziente, arriva ad individuare e raccogliere i dati riabilitativi
più significativi, a formulare ipotesi, a fare delle scelte, a pianificare il
trattamento ed a strutturare gli esercizi più idonei per la soluzione di tale
problematica.
Considerando
il dolore come conseguenza di una discoerenza informativa, guidare il paziente
a ricreare quella coerenza persa allora, dovrebbe permettere la risoluzione
della situazione dolorosa. Ma in che modo il riabilitatore può far in modo che
ciò avvenga?
In
questo lavoro verrà preso in esame la problematica dolorosa di una paziente,
F.M. di 63 anni, con diagnosi di paraparesi da esito di ischemia midollare
avvenuta nel 1990. L’intento non è quello di presentare in maniera completa il
percorso riabilitativo, ma di porre l’attenzione sul modo in cui il
riabilitatore ha interpretato il dolore di cui parlava la paziente e quindi
sulle scelte ritenute appropriate per la strutturazione dell’esercizio.
F.M.
oltre a riferire della presenza di un disturbo motorio prevalente all’arto
inferiore destro e della difficoltà a deambulare anche per brevi tratti, parla
di un dolore forte e presente in maniera costante che interessa il bacino e gli
arti inferiori, non risolto mediante i precedenti trattamenti riabilitativi
eseguiti, né con l’impianto di elettrodi spinali successivamente rimossi, né con
il trattamento farmacologico.