Visualizzazione post con etichetta processi cognitivi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta processi cognitivi. Mostra tutti i post

mercoledì 26 novembre 2014

Riabilitazione Neurocognitiva e lesione del legamento crociato anteriore. Domanda di un paziente.

Buongiorno,

2 anni fa ho subito un intervento di ricostruzione del crociato anteriore, successivamente al quale ho fatto molta fisioterapia per rimettermi in sesto. Ho cercato soprattutto di rinforzare la muscolatura con esercizi ed elettrostimolazione e ho fatto molto le pedane per l'equilibrio. 

Da qualche mese ho iniziato a sentire di nuovo una certa instabilità nel ginocchio. Lei pensa che un trattamento neurocognitivo possa essere indicato nel mio problema?

Salve,
forse spesso viene trascurato come anche le strutture legamentose siano ricche di recettori e quindi, nel suo caso specifico il legamento crociato anteriore, risulta essere a tutti gli effetti un organo di senso

martedì 8 novembre 2011

I Principi della Teoria Neurocognitiva

La Teoria Neurocognitiva ritiene che l’entità ed il livello qualitativo del recupero, sia spontaneo che guidato dall’intervento riabilitativo, siano determinati dal tipo di processi cognitivi che vengono attivati e dalla modalità della loro attivazione.
Che cosa sono i processi cognitivi? Sono quei processi, frutto dell’attività delle cellule del nostro Sistema Nervoso, che permettono all’uomo di mettersi in rapporto con il mondo esterno, di elaborare informazioni relative a questa interazione, di raccogliere le esperienze effettuate, di utilizzarle in altre occasioni, di modificare le caratteristiche di interazioni successive e di farne oggetto di comunicazione.
I processi cognitivi sono l’Attenzione, la Memoria, il Linguaggio, la Percezione, l’Immagine, la Visione, l’Esperienza, il Problem Solving.
È proprio dall’organizzazione dei Processi Cognitivi che emerge il Movimento
Per raggiungere un bicchiere su un tavolo, ad esempio, abbiamo bisogno: di avere l'intenzione di andarlo a prendere, di vederlo, di riconoscere che quell’oggetto di quella forma e caratteristiche è un bicchiere, di localizzarlo nello spazio e rispetto a noi, di sentire come sta messo il nostro braccio e qual è la posizione della nostra mano, di rappresentarci (anche se in maniera non cosciente) il gesto che dovremo andare a fare, per poi infine organizzare il reclutamento muscolare più adeguato per effettuare il gesto di raggiungere e afferrare il nostro bicchiere. Il movimento, quindi, non è solo forza muscolare e per questo il suo recupero non può essere legato al solo recupero della forza!
Se consideriamo l’uomo non come la somma di più pezzi, ma come l’integrazione di diversi “elementi” di un Sistema che in base alla loro organizzazione fanno emergere una funzione con caratteristiche specifiche per l’organismo (pensiamo alla respirazione, o alla suzione nel bambino ad esempio…), il movimento allora sarà qualcosa che emerge dall’organizzazione degli elementi del Sistema: le ossa, i muscoli, il cervello, i recettori …  Capirete bene come una alterata organizzazione di uno o più elementi possa far emergere un movimento alterato.