mercoledì 5 marzo 2014

L'ictus. Domanda di un paziente sull'utilizzo di un ausilio per la deambulazione.

Salve,
sono stata colpita da un ictus  7 mesi fa e dopo diversi cicli di riabilitazione ho iniziato a camminare con un bastone canadese. Questo mi fa sentire più sicura quando mi muovo. Ma sarà sempre così o potrò ricominciare a camminare come prima?
La ringrazio.
F.

Le alterazioni nella capacità di organizzare il movimento conseguentemente ad un ictus possono comportare un disturbo nella deambulazione. È proprio per tale motivo che, compatibilmente all’evoluzione del recupero, viene indicato al paziente l’utilizzo di un ausilio (quadripode, tripode, bastone canadese)  per poter camminare.

Il senso dell’ausilio è sia quello di prevenire le cadute, sia di consentire una deambulazione corretta. Visto che lei già deambula, credo che abbia già appreso i pre-requisiti per una corretta deambulazione. Per camminare, infatti, non è necessario solamente avere dei movimenti all’arto inferiore colpito dall’ictus, ma sarà importante anche avere un buon controllo del tronco e un corretto allineamento (da verificare sia in posizione seduta senza appoggio ad uno schienale che successivamente in stazione eretta), effettuare movimenti indipendenti del capo rispetto al tronco, del tronco rispetto agli arti inferiori e saper controllare l’eventuale comparsa di irradiazione agli arti dell'emilato colpito.

Lei utilizza il bastone canadese come aiuto in quel momento del cammino in cui è la sua gamba “malata” a poggiare a terra, perché effettivamente ancora non sarà in grado di organizzare in maniera corretta tale fase del cammino.

Tenendo presente che il “tornare come prima” dopo un ictus è molto vincolato al grado di invalidità residuata, per poter fare a meno dell’ausilio dovrà gradualmente recuperare la capacità di far riferimento a quelle informazioni del corpo (il peso, la pressione, l’attrito, il senso di posizione…) che le consentano di organizzare un adeguato trasferimento di carico (distribuzione del peso) dall’arto inferiore sano a quello malato svincolando, come già sopra accennato, le altre parti del corpo.
Tutti questi aspetti non possono prescindere da un intervento riabilitativo che miri al recupero di una adeguata attivazione, da parte del cervello, dei processi cognitivi  e della capacità del corpo di percepire al fine di organizzare il movimento.

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