La contrazione muscolare è
solo un anello di una lunga catena di processi è non è l’unico problema conseguente ad una
lesione sia essa a carico del cervello che di nervi periferici o di strutture
ossee, muscolari e tendinee.
È uso comune pensare che si
debba recuperare sempre la forza muscolare dopo una qualsiasi lesione. Proviamo
a fare qualche esempio.
I pazienti con lesione al
cervelletto possono presentare un tremore cosiddetto “intenzionale”, che
compare nel momento in cui vanno a muoversi.
Oppure alcuni pazienti con
lesione all’emisfero di sinistra possono presentare dei disturbi definiti
aprassici e ad esempio non riescono a “selezionare” le giuste parti del corpo
per fare un gesto apparendo così goffi, oppure non riescono ad eseguire un
gesto dietro comando verbale, o ancora non riescono a raggiungere ed afferrare
un oggetto per l’incapacità di trasformare le informazioni visive in
informazioni relative al proprio corpo (trasformazione visivo-somestesica).
Se pensiamo che tutto ciò
dipenda dalla forza muscolare sbagliamo! Il problema è proprio (per vari motivi
in base al tipo di patologia dello specifico paziente) nel modo di organizzare
i processi cognitivi che fa emergere quel movimento in maniera alterata.
Anche nel paziente con
lesione ortopedica il reclutamento muscolare necessita
di attenzione non solo in quanto a quantità, ma anche a qualità. Cerchiamo di motivare questa
affermazione.
Spesso si mira al recupero
del paziente traumatizzato con contrazioni muscolari ripetute e stereotipate
(ad esempio flessione ed estensione di ginocchio magari contro resistenza per
rinforzare il quadricipite), ma se andassimo a studiare il muscolo sia come è rappresentato
nel nostro cervello che nel modo in cui va ad attivarsi, scopriremmo che l’intervento
appena menzionato risulterebbe un po‘ riduttivo.
Nella corteccia cerebrale ci sono gruppi
di neuroni che controllano addirittura muscoli differenti così come diversi
gruppi di neuroni controllano uno stesso muscolo. Questo sta a supportare
l’infinita variabilità nel contrarre i muscoli in base al gesto che dobbiamo
fare!
Allo stesso tempo, le fibre di uno
stesso muscolo si attivano in maniera differente in base allo scopo del gesto
che vogliamo fare. Prendiamo ad esempio il muscolo del polpaccio (il tricipite surale), si attiveranno fibre diverse a seconda se dobbiamo correre piuttosto che
camminare.
Alla luce di quanto detto, come possiamo
pensare che il recupero possa dipendere solo dall’esecuzione di contrazioni
muscolari afinalistiche e ripetitive?
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