martedì 29 novembre 2011

La lesione del nervo periferico

Le lesioni dei nervi periferici sono piuttosto frequenti e possono avere cause di diversa natura. Fra le più comuni troviamo le cause traumatiche.

Una lesione del nervo periferico può comportare sia problemi motori che di sensibilità.
Una interruzione della continuità del nervo infatti, non consente all'impulso elettrico di arrivare al muscolo in maniera da determinarne una contrazione. Un altro fenomeno che si verifica e che riguarda il muscolo è l'ipotono, ovvero viene a perdersi quella minima contrazione di base sempre presente, importante anche per mantenere una stabilità articolare.
In merito al versante sensoriale, i segnali provenienti dai recettori periferici (recettori della cute, delle articolazioni, dei muscoli)  potrebbero non arrivare al cervello o essere interpretati in maniera alterata.

Ci sono diversi tipi di lesione del nervo periferico.
Parliamo di neuroaprassia quando ci troviamo di fronte ad un blocco funzionale della conduzione elettrica dovuta, in genere, ad una compressione prolungata del nervo. Questa alterazione ha una sua reversibilità.
Parliamo di assonotmesi quando c'è stata una lesione di diversi assoni, ovvero si tratta di una lesione parziale con una residua possibilità di conduzione nervosa.
Parliamo di neurotmesi quando il nervo è completamente interrotto.

Anche una lesione del Sistema Nervoso Periferico comporta una alterazione a livello cerbrale.
Ci sono studi che mostrano come nella Corteccia Somatosensoriale Primaria (area S1) si alteri la rappresentazione di quelle parti del corpo che non ricevono più informazioni dalla periferia. Ciò che viene a verficarsi è come una "invasione" da parte di quelle zone che ricevono ancora afferenze verso le zone ormai "silenti". Questo rappresenta un problema nel momento in cui si debba andare ad organizzare il movimento ed il cervello utilizza una rappresentazione alterata del corpo.
Altra problematica potrebbe essere l'emergenza di dolore neuropatico come espressione di una discoerenza informativa (vedi sezione specifica).

Altri studi hanno messo in evidenza come una lesione periferica determini, in un primo momento, una inibizione a livello corticale, ponendo così il sistema in una condizione di difficoltà nell'interpretazione dell'informazione proveniente dall'interazione tra le strutture periferiche (recettori e di conseguenza nervi) e gli oggetti del mondo. Per semplificare il concetto, è possibile che qualche informazione arrivi a livello corticale ma il cervello può non saper attribuirgli il significato corretto (ovvero cosa vuol dire toccare, sentire uno spostamento ecc...).

Alla luce di quanto detto in quest'ultima parte, possiamo capire ancor di più come sia importante un approccio riabilitativo che miri a mantenere una rappresentazione corretta del movimento (pensiamo al lavoro con l'utilizzo della Immagine Motoria) in maniera tale da cosentirne una corretta organizzazione una volta avvenuta il recupero della conduzione nervosa.

La riabilitazione dovrà anche guidare il paziente verso la capacità di dare di nuovo significato a diverse informazioni (imparare bene a "sentire"), compatibilmente con la lesione nervosa periferica, in maniera tale da facilitare la deinibizione corticale. In questo caso magari il paziente potrebbe iniziare a percepire meglio.

In ogni caso, è altrettanto fondamentale sottolinere, però, che il recupero è anche fortemente vincolato alla ricrescita del nervo.

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