Molto spesso i pazienti si
rivolgono al terapista perché nessuna cura medica è stata utile per ridurre il
loro dolore. Probabilmente stiamo parlando di quel dolore definito
“neuropatico” che non ha origine da una stimolazione diretta del recettore dolorifico
(come ad esempio per un trauma) né da una indiretta (come nel caso ad esempio di
un edema conseguente ad un intervento chirurgico o ad un processo
infiammatorio). Pensiamo a quei pazienti che hanno avuto una lesione al
cervello, o al midollo, oppure ad un nervo periferico (anche in seguito ad
un’ernia del disco ad esempio). Come mai hanno dolore? Quelle menzionate non
sono parti del nostro corpo dotate di recettori per il dolore!
Cerchiamo di spiegarne
l’origine. Attraverso diverse modalità informative (le “sensibilità” per
intenderci), il nostro cervello ci fa organizzare il movimento e si crea una rappresentazione del nostro corpo.
Tali modalità informative sono coerenti fra loro e quindi, ad esempio, se siamo
in piedi, lo vediamo grazie alla vista, lo percepiamo grazie alla sensibilità
tattile e pressoria dei nostri piedi, lo capiamo dalle informazioni provenienti
dal nostro vestibolo …
Questi diversi tipi di
“sensibilità” sono coerenti fra loro. In seguito ad una lesione, possono andare
ad alterarsi una o più modalità informative e quindi si va a perdere quella
coerenza di cui parlavamo sopra. Il nostro cervello è costretto a organizzare
il movimento utilizzando quelle indenni e cancellando quelle alterate. Probabilmente
è da questa cancellazione che emerge il dolore, che possiamo intendere come un
modo per richiamare l’attenzione su quelle parti del corpo ove si è verificata
una alterazione della percezione. In poche parole è sentire male il nostro
corpo che determina il dolore e non viceversa! Capiamo bene che se così stanno
le cose, la sola somministrazione di farmaci
può non essere efficace per la risoluzione del problema.
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