sabato 12 novembre 2011

Il dolore neuropatico

Molto spesso i pazienti si rivolgono al terapista perché nessuna cura medica è stata utile per ridurre il loro dolore. Probabilmente stiamo parlando di quel dolore definito “neuropatico” che non ha origine da una stimolazione diretta del recettore dolorifico (come ad esempio per un trauma) né da una indiretta (come nel caso ad esempio di un edema conseguente ad un intervento chirurgico o ad un processo infiammatorio). Pensiamo a quei pazienti che hanno avuto una lesione al cervello, o al midollo, oppure ad un nervo periferico (anche in seguito ad un’ernia del disco ad esempio). Come mai hanno dolore? Quelle menzionate non sono parti del nostro corpo dotate di recettori per il dolore!
Cerchiamo di spiegarne l’origine. Attraverso diverse modalità informative (le “sensibilità” per intenderci), il nostro cervello ci fa organizzare il movimento e si  crea una rappresentazione del nostro corpo. Tali modalità informative sono coerenti fra loro e quindi, ad esempio, se siamo in piedi, lo vediamo grazie alla vista, lo percepiamo grazie alla sensibilità tattile e pressoria dei nostri piedi, lo capiamo dalle informazioni provenienti dal nostro vestibolo …

Questi diversi tipi di “sensibilità” sono coerenti fra loro. In seguito ad una lesione, possono andare ad alterarsi una o più modalità informative e quindi si va a perdere quella coerenza di cui parlavamo sopra. Il nostro cervello è costretto a organizzare il movimento utilizzando quelle indenni e cancellando quelle alterate. Probabilmente è da questa cancellazione che emerge il dolore, che possiamo intendere come un modo per richiamare l’attenzione su quelle parti del corpo ove si è verificata una alterazione della percezione. In poche parole è sentire male il nostro corpo che determina il dolore e non viceversa! Capiamo bene che se così stanno le cose, la sola somministrazione di  farmaci può non essere efficace per la risoluzione del problema.

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